mercoledì 10 febbraio 2021

ESCLUSIVA BRBZNEWS: MALOMO, IL MURO BIANCOROSSO CON SPALLETTI COME MAESTRO


Diciassette reti al passivo in 23 gare, l’Alto Adige ha - al pari del Padova - la seconda retroguardia meno battuta del girone B. Meglio di loro ha fatto solo il Modena, attualmente a quota 11. Il merito di tutto questo va attribuito, in particolar modo, ad un reparto difensivo solido come pochi che può contare su calciatori di grande levatura tecnica e caratteriale. Uno dei più rappresentativi  tra questi è il romano Alessandro Malomo. Nato il 12 aprile del ’91, un metro e 90 di statura per 80 kg di peso, è approdato in biancorosso nello scorso ottobre da svincolato dopo due stagioni con la maglia della Triestina. Dal suo arrivo in biancorosso, il centrale che ha mosso i suoi primi passi calcistici nelle giovanili della Lazio per poi approdare a quello della Roma, è sceso in campo 15 volte (per un totale di 1226’), un’espulsione, tre ammonizioni e un gol realizzato: quello siglato il 24 gennaio al 16’ della partita casalinga con il Ravenna, prima di ritorno, vinta 2-1 dalla capolista allenata da Mister Vecchi. “Ho avuto la fortuna - dice Malomo - di giocare in squadre che hanno lottato per vincere il campionato. Devo dire che l’Alto Adige ha una qualità che ho notato: veramente remiamo tutti dalla stessa parte, siamo dei ragazzi fantastici, un gruppo eccezionale e questo a volte può anche fare la differenza anche rispetto a squadre più attrezzate come il Perugia o il Padova. Sono straconvinto che la nostra forza sia il collettivo, la coesione, l’unità d’intenti che per arrivare al risultato più importante è sicuramente un aspetto fondamentale”. Hai scelto una realtà come quella bolzanina rispetto ad un club decisamente glorioso e con molte ambizioni qual’è la Triestina. Sei contento della scelta fatta? “In realtà secondo me il mio attuale club non è una società con meno ambizioni della Triestina. Anzi. Sono anni che l’Alto Adige lotta per fare il salto di categoria. Quindi sapevo di venire a Bolzano a giocarmi il campionato e la promozione. Per questo sono stracontento della scelta che ho fatto e poi questo si sta realizzando. Non potevo scegliere società e squadra migliore”. 

Avete la seconda miglior difesa del girone: il merito è da distribuire tra tutti i reparti, ma è evidente l’intesa tra te e Vinetot. Avete trovato subito il necessario affiatamento? “Devo dire la verità, sì è vero siamo la seconda miglior difesa ma purtroppo nelle ultime partite abbiamo subito qualcosina in più rispetto al girone d’andata. Il Mister lavora molto sulla fase difensiva e tutta la squadra, a partire dagli attaccanti, corre veramente tanto e ci dà una mano incredibile. Poi è normale che giocare al fianco di Kevin Vinetot tutto riesce meglio e più facile. Perché secondo me è uno dei centrali migliori della categoria e forse anche di più. Potrebbe fare la serie B a mani basse, un giocatore completo. Ho senz’altro un’ottima intesa con lui, sia dentro che fuori dal campo. Tuttavia ho fatto delle ottime partite con lo stesso Marco Curto, col quale ho fatto buonissime partite: lui è un ragazzo giovane che sta imparando tanto e che ha moltissimo futuro davanti a sé, un avvenire davvero luminoso e sono convinto che il nostro Direttore abbia fatto veramente un gran colpo a prenderlo”.

Poi il numero 23 biancorosso ci rivela di dovere molto, quanto ad insegnamenti ricevuti da giovane, ad un allenatore in particolare: “Sono stato fortunato a far parte di due settori giovanili importanti, la Lazio prima e poi la Roma e devo dire dire che, quando poi da molto giovane ho cambiato ruolo da centrocampista a difensore centrale, allenandomi con la prima squadra della Roma con Luciano Spalletti allenatore, per me è stato fondamentale. Mi ha dato tantissimo, mi ha insegnato un sacco di cose delle quali neanche sapevo l’esistenza. Per esempio la posizione del corpo durante l’anticipo, la palla scoperta, la palla coperta. Cose che solo allenatori così importanti sanno consigliarti. Io così giovane ero  quindi come una spugna ed ho assorbito tutto quello che potevo assorbire da un Mister importante come lui”.

Centrale difensivo di ruolo, sai rendere al top anche come esterno basso: proprio questa duttilità è uno dei tuoi principali punti di forza?

“Sono fortunato in questo, posso fare sia il terzino che il centrale. Naturalmente il mio ruolo è quello di difensore centrale senza ombra di dubbio. Però avendo anche una discreta corsa, non essendo un centrale proprio statico, riesco ad adattarmi bene anche a terzino. Tant’è che a Venezia, quando vincemmo il campionato, avrò giocato l’80% delle partite lì. Può essere un punto di forza sicuramente, perché quando arrivi in una squadra se puoi ricoprire più ruoli hai molte più possibilità di giocare. A Venezia ad esempio se non avessi avuto le caratteristiche per fare il terzino, avrei giocato molto meno”.

Prima di congedarsi da noi, Alessandro, caratteristiche somatiche più germaniche che di casa nostra, ci racconta un simpatico aneddoto: “Quando giro per il centro di Bolzano ed entro in un negozio, mi salutano tutti in tedesco, forse perché con il mio capello biondo potrei trarre in inganno. Ho la mia bisnonna che era tedesca e qualcosina probabilmente ho preso anche da lei. Ed è forse per questo che mi trovo così bene qua”. In bocca al lupo Alessandro Malomo, tedesco capitolino!

INTERVISTA A CURA DELLA REDAZIONE BRBZNEWS

(CON LA COLLABORAZIONE DI GIANLUCA RICCI)



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