mercoledì 8 gennaio 2020

L'ADDIO AMARO DI MOROSINI: TRA IL RIFIUTO DI ALLENARSI E LE PROMESSE NON RISPETTATE

Non doveva finire così. Un addio amaro quello del ventottenne centrocampista di Ponte San Pietro, che ieri ha sottoscritto ufficialmente l'accordo che lo lega al Monza, società quella brianzola, che ha di fatto ammazzato (sportivamente parlando) il campionato di Serie C girone A, staccando le dirette concorrenti Pontedera e Renate, rispettivamente di dieci e tredici lunghezze. Il 26 settembre scorso, poco più di 100 giorni fa, Tommaso Morosini decise di legarsi fino al 2023 con la società biancorossa, rinnovando il contratto in scadenza a giugno 2020. Il "io resto qui" esclamato con estrema fermezza dal centrocampista bergamasco nel video lanciato sui canali social della società suonava come una dichiarazione d'amore verso la maglia biancorossa. Parole al miele, suffragate dalle successive dichiarazioni in cui si diceva contento di essersi legato a lungo a questa maglia e a questa gente, e che a Bolzano si sentiva a tutti gli effetti a casa. Tutto faceva propendere per un amore, certamente non eterno ma duraturo si, anche in virtù del legame sentimentale con Laura, ragazza bolzanina conosciuta nel corso della passata stagione.
L'immagine può contenere: 1 persona, primo piano
Negli ultimi giorni d'agosto il richiamo giunto da Chiavari, segnatamente dall'Entella neo-promossa in Serie B lo aveva fatto vacillare, ma le ridotte tempistiche per formalizzare l'accordo e le difficoltà da parte della società biancorossa di trovare in pochi giorni un'alternativa valida al ventottenne bergamasco, hanno di fatto naufragare l'accordo ancor prima di nascere. A partire da metà dicembre le sirene provenienti dalla società di Silvio Berlusconi si sono rivelate con il passare dei giorni man mano sempre più insistenti. L'offerta economica messa sul piatto da Adriano Galliani e dal direttore sportivo Filippo Antonelli era prelibata: 140.000 euro all'anno giocatore (più bonus legati al rendimento e promozione che potrebbero portare lo stipendio al di sopra di quota 200.000) contro gli 80.000/90.000 percepiti a Bolzano e (si sussurra) 500.000 euro alla società biancorossa. Cifra tramutata per motivi di bilancio e legati ad una semplice convenienza in un prestito con diritto di riscatto, che al verificarsi di determinate condizioni si tramuterebbe in obbligo. Di fatto la promozione in Serie B della società brianzola farebbe diventare obbligatorio il riscatto.

Modi e tempi sbagliati.
Sentimento diffuso tra i tifosi bolzanini e gli addetti ai lavori è il comportamento "poco professionale" tenuto in questi giorni da Morosini, che praticamente si è opposto in tutti i modi di scendere in campo per allenarsi assieme alla squadra. Comportamento palesato già nei giorni antecedenti lo stop forzato imposto dalla sosta natalizia, con il giocatore che avrebbe in tutti i modi forzato la società a cederlo nel corso del mercato invernale. Giocatore che sarebbe dovuto scendere in campo nel corso degli allenamenti, per rispetto verso compagni e tifosi, ma soprattutto di una società che lo ha acquistato dopo anni tormentati e difficili dal punto di vista fisico e mentale, per portarlo ad essere il miglior centrocampista dell'intera Serie C. A fare da contraltare a questa situazione, il silenzio del giocatore, che a oltre 30 ore dall'ufficialità dell'operazione non ha ancora pubblicamente salutato e ringraziato nessuno.

Era proprio un'offerta irrinunciabile?
Dal punto di vista economico l'offerta messa sul tavolo dall'ex amministratore delegato del Milan Adriano Galliani era più che prelibata. Irrinunciabile forse no, ma di certo molto importante per un ragazzo di ventotto anni, risorto dopo anni difficili dal punto di vista personale, in cui è dovuto ripartire dalla Serie D. Indubbiamente si parla di cifre che possono rendere la vita più agiata, specie per un ragazzo con un percorso dinanzi a sé da costruire anche fuori dal campo. Offerte che, certamente, non sarebbero svanite nel nulla in estate, dopo una prima parte di stagione che l'ha consacrato al secondo posto tra i centrocampisti italiani con più reti all'attivo nell'anno solare tra i professionisti (16 reti in 40 presenze). Le offerte sarebbero fioccate in estate, senza dubbio anche da categorie superiori, specie in virtù di una clausola rescissoria di 300.000 euro apposta nel contratto, che lo avrebbe liberato agevolmente, senza dover richiedere il consenso dalla società biancorossa. Abbandonare la squadra a metà stagione rende difficili le cose per la società, che dovrà trovare un rimpiazzo all'altezza in poco tempo, ma soprattutto per i compagni di squadra che avevano affinato la sintonia con il tuttofare bergamasco.

I pro e i contro dell'operazione. La società poteva fare di più per trattenerlo?
L'operazione porta notevoli benefici per le casse biancorosse, che si liberano di un ingaggio pesante, il più oneroso dell'intera rosa, pari a circa 170.000 euro lordi annui. I benefici per le casse biancorosse si evidenzieranno a partire dalla stagione prossima, momento in cui il direttore sportivo Bravo si tufferà sul mercato con le tasche arricchite da mezzo milione di euro extra. Il rovescio della medaglia sta nel reperire una valida alternativa a Morosini in sole tre settimane. Beccaro è un valido acquisto, ma non può sostituire l'ex 23 biancorosso, senza far rimpiangere i tifosi biancorossi. In particolar modo a gennaio non è semplice individuare un giocatore in grado di calciare punizioni, calci d'angolo e rigori, caricandosi la squadra sulle spalle in momenti delicati del campionato. D'altronde lo score di Morosini parla chiaro: in 22 presenze, 12 le reti messe a segno e 5 gli assist.

Nessun commento:

Posta un commento