(Gianluca Ricci) – Già straordinaria dal punto di vista del prestigioso risultato raggiunto, la promozione in serie B dell’FC Alto Adige è stata resa ancor più indelebile grazie allo storico record conquistato. La compagine di Bolzano è entrata dritta dritta negli almanacchi di statistiche come la squadra italiana con la difesa meno battuta all-time dalla serie A in giù. Appena nove le reti al passivo nelle 38 gare del girone A di serie C. Il record ottenuto dagli uomini di Mister Javorcic ha spazzato via in un sol colpo il precedente primato, appartenente al Cagliari campione d’Italia 1969/70 allenato dal reatino Manlio Scopigno. I rossoblu isolani, nelle 30 partite disputate (la serie A era a 16 squadre) di gol ne incassarono 11. Uno dei protagonisti di allora, capaci di regalare il primo scudetto al club sardo, risponde al nome di Beppe Tomasini. Classe 1946, bresciano di Palazzolo sull’Oglio, era il libero titolare della formazione guidata del compianto Scopigno. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente proprio a Cagliari, dove si è stabilito definitivamente una volta appesi gli scarpini al chiodo. “Cosa ho provato a veder cadere il nostro record dopo 52 anni? E’ passato tanto di quel tempo, che prima o poi doveva accadere. Sono contento per i ragazzi dell’Alto Adige che hanno portato a termine quest’impresa sportiva. Forse loro avranno dato, com’è giusto che sia, maggiore risalto alla promozione in serie B. Tuttavia è una soddisfazione che questi ragazzi, il loro allenatore, il club e tutta la provincia di Bolzano si porteranno dentro per sempre. Javorcic lo ricordo calciatore quand’era nel Brescia, gli faccio i complimenti per il grande risultato che ha ottenuto. Congratulazioni che estendo anche alla dirigenza e ai calciatori. Un simile exploit è merito del portiere e dei difensori, ma non solo. Serve il contributo di tutti i reparti”.
Cosa può dire del Cagliari di allora e come nacque il vostro di record?
“La società costruì una squadra fortissima. Tra i pali c’era Albertosi, Martiradonna e Zignoli erano i terzini, Nicolai ed io al centro della difesa, poi Cera e il Domingo (Domenghini, ndr), il brasiliano Nenè e Gigi Riva. Giocavamo con il libero staccato, che ero io, una sorta dell’attuale 4-4-2. L’undici titolare era Albertosi, Martiradonna, Zignoli, Cera, Nicolai, Tomasini, Domenghini, Nenè, Gori, Greatti, Riva. Mi scelse personalmente Scopigno quando ero al Brescia nel 1967/68 e lui era osservatore per l’Inter. Una volta divenuto Mister dei rossoblu si ricordò di me e mi portò con sé al Cagliari. Con quel gruppo di amici e colleghi ci sentiamo ancora molto spesso, questa mattina ho parlato con Albertosi. Anzi stiamo cercando anche di organizzare una rimpatriata. Vivendo in Sardegna, il Cagliari non solo lo seguo ma vado anche a vedere le partite allo stadio, invitato dal presidente Giulini”.
A parte il diverso modo di giocare, voi con il 4-4-2 e l’Alto Adige con un 4-3-2-1 ad albero di Natale, il record dei bolzanini è maturato su più partite rispetto al vostro.
“Certo, e ciò lo rende ancora più prestigioso. C’è da dire, senza nulla togliere ai tanti ottimi calciatori che giocano in serie C, che tra i bomber avversari del nostro Cagliari c’erano personaggi del calibro di Altafini, Bettega e molti altri”.
Prima di congedarsi, Beppe Tomasini vuol dire altre due cose: “Sentivo che il portiere dell’Alto Adige ha chiuso 29 delle 38 partite con il clean sheet, un traguardo straordinario. Poi auguro ai ragazzi che la loro impresa resista quanto la nostra o anche più a lungo. Sono soddisfazioni che ti restano dentro per tutta la carriera”.
SI RINGRAZIA MARCO PERLISI PER LA RICERCA DI DATI E STATISTICHE
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