giovedì 10 settembre 2020

RUBRICA "BIANCOROSSI DEL PASSATO". 5 DOMANDE A... PIETRO CASCONE


Il protagonista della sesta puntata della nostra rubrica è Pietro Cascone, arcigno difensore campano che ha contribuito a scrivere importanti pagine di storia del giovane club bolzanino. Restano nella memoria dei tifosi le sue prestazioni da perno centrale della difesa nella squadra vincitrice del campionato 2009/10 di Serie C2. Con la casacca biancorossa sono state 75 le presenze tra campionato e coppa nel corso delle tre stagioni trascorse a Bolzano. Ora il trentacinquenne Cascone collabora in Trentino con la compagine del Dro, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo due stagioni orsono dopo una stagione vissuta in Serie D con il Tuttocuoio. Cascone ha scelto la famiglia, con la forte volontà un giorno di poter tornare a collaborare per una società che tanto ha dato a lui, ma per la quale lui ha ricambiato con una forte passione e attaccamento alla causa, tanto da considerare Bolzano come una seconda casa. 

Qual'è stato il più bel ricordo che ti ha lasciato l'annata della storica promozione dalla C2 alla C1? 

E' stata l'annata più bella che abbia mai vissuto in carriera. Non era programmata la vittoria del campionato e ho solo ricordi positivi legati a quella stagione, in modo particolare per la vittoria di Pavia nello scontro diretto, che ci ha spianato la strada verso il trionfo.

Quale è il difensore a cui ti ispiravi quando eri giovane e quale è stato il compagno di reparto più forte in assoluto con il quale hai giocato? Mentre qual'è stato l'attaccante che ti ha procurato le maggiori noie in marcatura, nell'arco delle tue tre stagioni in biancorosso?

Come difensore mi ispiravo a Nesta, Maldini e Baresi, dato che sono un milanista sfegatato, anche perchè erano i giocatori più forti di quel grande Milan. I centrali difensivi più forti con cui ho giocato sono stati Hannes Kiem, Franchini e Milvi. Però su tutti, merita una menzione speciale Kiem, che ha recitato un ruolo importante nella vittoria del campionato e ha dimostrato le sue grandi qualità morali e tecniche. Sul fronte attaccanti ne ho incrociati diversi, molto forti. Se penso ai miei ex compagni di squadra all'Alto Adige, non posso che fare a meno di citare Tonino Sorrentino, Mattia Marchi e Manuel Fishnaller, il quale è ritornato da poco in biancorosso.

Segui ancora l'FC Alto Adige in questi anni? Cosa ne pensi del bunker difensivo formato da Vinetot e Polak?

Sto seguendo ancora l'Alto Adige, e vivendo nella vicina Trento, in questo senso mi semplifica di molto le cose. Ritengo sia fortissima la coppia attuale di centrali difensivi, formata da Vinetot e Polak. Per i nuovi arrivi penso sarà difficile sostituirli.

Che cosa stai facendo ora? Ti piacerebbe un giorno tornare all'FC Alto Adige, con un ruolo nello staff tecnico?

Di corsa verrei a lavorare all'Alto Adige. Fino a due anni fa giocavo al Tuttocuoio. Abbiamo deciso di fermarci con mia moglie, dato che ho due bambini e volevo trovare del tempo da trascorrere al fianco della mia famiglia. Al momento è da qualche anno che sto lavorando con Amazon, e contemporaneamente collaboro col Dro, con i quali  siamo riusciti a vincere la prima partita di campionato contro il Mori Santo Stefano con il risultato di 3 a 1. 

Quali ricordi porti con maggior piacere nel tuo cuore legati a Bolzano, alla squadra e ai tifosi? Che differenze noti tra la società di adesso e quella degli anni in cui hai militato tu e cosa manca secondo te all'Alto Adige per il definitivo salto di categoria?

Con i tifosi ho sempre avuto un rapporto eccezionale, sono bellissime persone. Porto qualcosa di positivo nel mio cuore in tutti gli aspetti della mia esperienza vissuta all'FC Alto Adige. A mio parere la società ora è vicinissima al salto, con lo stadio quasi pronto e un centro sportivo pazzesco da fare invidia a molte altre realtà.

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