giovedì 14 dicembre 2023

LE CAUSE DIETRO L'ESONERO DI BISOLI. LA SOCIETA' È ESENTE DA COLPE?

 


Ad una settimana dalla conferenza stampa indetta dalla società biancorossa, per spiegare le cause del cambio di guida tecnica, ci si interroga ancora circa i reali motivi di questo divorzio, impronosticabile fino a qualche settimana fa. La parola chiave della conferenza stampa è stata l'alchimia, più volte citata da entrambi i protagonisti della conferenza stampa, segnatamente il Vicepresidente Carlo Costa e il direttore sportivo Paolo Bravo. Il Vicepresidente, dopo aver sbagliato a pronunciare il cognome dell'amministratore delegato della società, ha ringraziato l'operato di mister Bisoli facendo intendere che qualcosa nel gruppo squadra era venuto a meno nel corso delle ultime settimane. Prende in seguito la parola il direttore sportivo Paolo Bravo, il quale rimarca nuovamente come sia andata perduta quell'alchimia e quello spirito del gruppo che è apparso il punto di forza della passata stagione con Bisoli al timone. Sicuramente più di qualche giocatore aveva destato qualche malumore, circa la gestione dello spogliatoio e degli allenamenti da parte di Bisoli, ma è anche vero che i tanto criticati giocatori "subentrati" anche a Bari sotto altra guida tecnica, non hanno dato l'impulso sperato dalla panchina. Il tema delle critiche ai giocatori durante la conferenza stampa post partita di Brescia e Como hanno influito fortemente sull'impopolare decisione societaria. Hanno enormemente dato fastidio alla dirigenza, le dichiarazioni rilasciate nel dopo partita dal tecnico di Porretta Terme, dove aveva esternato a gran voce un maggiore impegno da parte di alcuni membri della squadra, subentrati dalla panchina con "spirito leggero", senza quel fuoco dentro che l'ex allenatore biancorosso aveva esternato di aver visto, prima in suo figlio Dimitri nella sfida del Druso, e poi in Masiello, Tait, Poluzzi e Odogwu nel post partita col Como. Insomma, il feeling tra spogliatoio e tecnico è venuto a meno e il cambio di guida tecnica si è reso necessario. Nel mondo del calcio certamente è più semplice, e meno oneroso, cambiare un allenatore che 15/20 giocatori.

Da quest'anno vige un nuovo regolamento, circa gli esoneri degli allenatori in corso d'anno: nello specifico, se un allenatore viene esonerato entro il 20 dicembre, ha la possibilità di ricollocarsi su altra panchina di Serie B nel corso della stagione; dopo quella data dovrà sostare sul divano di casa continuando a percepire il lauto stipendio sino al termine della stagione stessa. Proprio in quest'ultimo punto risiede un duplice problema, che ha portato la società bolzanina a prendere una decisione affrettata senza attendere le sfide del 23 e 26 dicembre prossimo: esonerando Bisoli prima del 20 dicembre la società ha dato la possibilità al tecnico romagnolo di trovare nuova collocazione in serie cadetta, consentendo così all'Alto Adige di risparmiare in caso di fumata bianca una cifra che si attesta attorno ai 350.000 euro premi inclusi (ndr, il contratto scade il 30 giugno 2025). Con diverse società intenzionate a cambiare guida tecnica come Cosenza, Reggiana e Feralpisalò, tale possibilità potrebbe concretizzarsi anche in tempi abbastanza ragionevoli. Ciò consentirebbe inevitabilmente a Bravo e società di mettere sotto contratto un nuovo allenatore, senza dover incorrere a spese extra. 


Prima di parlare del tema futuro allenatore (del quale parleremo prossimamente), occorre fare nuovamente un passo indietro alla conferenza stampa di martedì scorso, nel corso della quale la società nelle voci del Vicepresidente Carlo Costa e del direttore sportivo Paolo Bravo, dove sarebbe stato corretto udire, non solo le motivazioni alla base del divorzio con Bisoli, ma anche alcuni mea culpa dell'operato societario. Il ds biancorosso, apparso scocciato da alcune domande dei giornalisti poste durante le interviste private post conferenza, ha ribadito di intervenire sul mercato per cambiare 3/4 giocatori della rosa altoatesina. La sensazione è però che i giocatori da cambiare siano di più: Cuomo, Cagnano, Ghiringhelli, Shiba, Siega e Rauti hanno reso ampiamente al di sotto delle aspettative. Gli stessi Ciervo, Cisco, Broh e Lonardi da alcune giornate non stanno rendendo sugli stessi livelli delle prime giornate del campionato. E' evidente che il livello della rosa è drasticamente diminuito rispetto alla passata stagione: Vinetot da quarta scelta è divenuto titolare inamovibile alla veneranda età di 35 anni, Giorgini zero presenze nel girone di ritorno del campionato scorso, ora è titolare fisso e lo stesso Davi da riserva di Celli è protagonista nel ruolo di terzino sinistro. In mezzo al campo mancano alternative serie a Peeters, che non è dotato della raffinatezza tecnica di Belardinelli e tantomeno di Nicolussi Caviglia. Davanti Merkaj pecca attualmente di continuità e Rauti non vale (il sacrificato) Mazzocchi della scorsa stagione. Tutto questo avendo rinunciato contemporaneamente alla collaudata e impenetrabile difesa con De Col, Zaro e Curto come perni, rimpiazzati rispettivamente da Ghiringhelli, Giorgini e Cuomo. Non propriamente la stessa cosa. Nella conferenza stampa non è stata mai espressamente palesata dalla società, una richiesta rivolta ai giocatori di maggiore impegno e dedizione, quasi con l'obiettivo di non colpevolizzarli nonostante diverse prestazioni decisamente al di sotto delle aspettative.


Paolo Bravo è stato uno dei maggiori protagonisti della promozione in Serie B e della straordinaria passata stagione, operando in maniera esemplare sul mercato: attestandosi come uno dei migliori direttori sportivi di tutti i campionati professionistici italiani e dimostrando di essere un grande valore aggiunto per il club. Quest'anno qualche errore l'ha compiuto (ndr, e chi non sbaglia...) e per questo motivo sarebbe giusto assumersi pubblicamente qualche responsabilità in tal senso. Lo zoccolo duro della rosa che ha vinto il campionato di Serie C nella stagione 2021/22 è stato gradualmente smantellato e sono rimasti in rosa solamente in 8: Poluzzi, Vinetot, Davi, Tait, Rover, Casiraghi, Odogwu e Broh, quest'ultimo ritornato per la terza volta a Bolzano la scorsa estate. Esclusi i protagonisti della vittoria del campionato di Serie C con la maglia biancorossa, la passata stagione sono stati solamente due i giocatori arrivati a Bolzano da esperienze in terza serie nazionale, segnatamente Belardinelli e Pompetti. I restanti giocatori, con un discreto bagaglio di esperienze alle spalle, sono arrivati dalla Serie A (Masiello, Schiavone, Nicolussi Caviglia) e dalla Serie B. Quest'anno i giocatori privi di esperienza in Serie B sono ben sette: Drago, Shiba, Lonardi, Pecorino, Merkaj, Giorgini e Kofler, gli ultimi due impiegati da questa stagione, mai durante quella scorsa. Gli stessi attaccanti Rauti e Cisco, con rispettivamente 25 e 10 presenze e 0 reti in serie cadetta, non si può dire che abbiano numeri rilevanti sia in fase realizzativa che in termini di esperienza in categoria. La separazione con Bisoli, nella speranza di ritrovare l'alchimia perduta, non dà la certezza di ritrovare lo smalto di inizio stagione. Serve certamente altro, ovvero un robusto intervento sul mercato, e una nuova guida tecnica esperta che venga seguita alla lettera e che possa prendere in mano lo spogliatoio con i principi che hanno sempre contraddistinto la squadra altoatesina: la compattezza e una forte propensione alla cultura del lavoro.

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