"Buongiorno a tutti, Gutentag!". Si è presentato così in conferenza stampa questa mattina il nuovo tecnico biancorosso Ivan Javorcic, in quello che può definirsi a tutti gli effetti lo "Javorcic Day" nella cornice della sala stampa del FCS Center di Maso Ronco. L'allenatore croato sarà il primo tecnico straniero della storia dell'Alto Adige e sbarca a Bolzano dopo la positiva esperienza quadriennale di Busto Arsizio, dove ha vinto un campionato di Serie D prima, e conquistato ottimi piazzamenti poi.
Mister quali sono le tue prime impressioni da allenatore dell'Alto Adige?
"Innanzitutto ci tengo a ringraziare il direttore sportivo per avermi scelto e il Presidente Baumgartner per la fiducia riposta in me. L'aver accettato la proposta di venire a Bolzano rappresenta per me una bella sfida e una grande responsabilità. Non vedo l'ora di conoscere la squadra e tutto ciò che riguarda il mondo Alto Adige, che mi affascina molto. Il Presidente mi ha presentato la visione di questa società, che si sposa perfettamente con la mia filosofia; il fare le cose in maniera seria, oculata e ambiziosa, e allo stesso tempo corretta e rispettosa: sono tutti principi e valori, che incarnano la mia persona. Per rispetto del luogo dove mi trovo, come obiettivo mi sono prefissato di imparare anche la lingua tedesca".
Come nasce l'idea di venire a Bolzano?
"L'idea di venire a Bolzano nasce da un confronto quotidiano con il direttore sportivo Paolo Bravo, che mi ha presentato questa realtà. Ci conosciamo da diverso tempo e ora si sono verificati tutti i presupposti affinché questo matrimonio si facesse".
Quali saranno gli obiettivi di questo Alto Adige targato Javorcic? Hai già in testa un modulo preciso con il quale schierare la squadra?
"Con la società ci troviamo in piena sintonia sugli obiettivi e sui passi da seguire. Il nostro obiettivo è quello di trasferire alla squadra una mentalità vincente e con una cultura etica del lavoro, allo scopo di portare questa realtà sempre più in alto. Questo penso sia il naturale percorso della società, nel rispetto di quella che è la sua storia. Con Zanetti prima e Vecchi poi è stata tracciata una strada ben definita, la mia idea è di proseguire su queste basi, cercando di migliorare quanto di buono è stato fatto. Il sistema di gioco non credo che sia così determinante, ma credo più nei principi, nell'idea, nella filosofia".
Come ti calerai in questa nuova avventura?
"Cercando di conoscere nel profondo le sfumature, la natura dell'ambiente in cui mi trovo a lavorare, e tutto quello che compone questa realtà: dalle persone, alla città a ciò che rappresenta la Provincia per questo territorio. Sono affascinato e al tempo stesso curioso di conoscere queste dinamiche, cercando di rispettarle. Per competere al massimo in questa categoria ci vuole una seria cultura del lavoro e del sacrificio; tutti principi che rivedo in questa realtà e che viaggiano in parallelo con il mio pensiero e la mia cultura".
Che pensiero ti sei fatto delle infrastrutture e del nuovo stadio Druso?
"Sono qualcosa di fantastico, che per certi aspetti rendono unica questa realtà nella categoria. Potenzialmente è una realtà che può competere a livelli più alti e condivido la visione societaria nel cercare di aggiungere di volta in volta, un tassello in più per risultare ulteriormente competitiva. Il centro sportivo è di alto livello e questo consente alle persone di lavorare nel migliore dei modi. Lo stadio è un gioiello e rispecchia in tutto per tutto la cultura e la mentalità della società e di questa Provincia, che ha una cura maniacale dei dettagli e dell'ordine. Tutte cose che oggigiorno nel calcio non sono così scontate da trovare. Questo è un ambiente dove c'è grande possibilità di crescere".
Avrai sicuramente già parlato di mercato col direttore sportivo Bravo. Hai fatto qualche richiesta particolare?
"Sarà un lavoro di collaborazione tra me e il direttore, ma come allenatore devo rispettare i suoi compiti. Non va dimenticato che questa è una squadra che la passata stagione ha fatto 75 punti, per tanto è evidente che bisogna partire da quanto di buono fatto e cercare di migliorare alcuni concetti. La squadra ha delle fondamenta molto solide, cercheremo di rinforzarla con gente funzionale al progetto, con persone e professionisti migliori dotati di una mentalità vincente, e che possano alzare il livello di competitività del gruppo".
Che ne pensi del ritorno alla vecchia suddivisione dei gironi?
"Alcune squadre saranno uguali, altre nuove, ma penso che cambierà relativamente la situazione. Il nostro obiettivo deve rimanere lo stesso, ovvero quello di vincere ogni domenica contro qualsiasi avversario".
Le darebbe fastidio se alla squadra venissero consegnati i gradi di favorita?
"No, penso sia normale dopo i risultati ottenuti della società nel corso degli ultimi anni, ma contestualmente penso che non possiamo essere definiti i favoriti del campionato, perché l'Alto Adige è una realtà consolidata che parte si da un livello alto, ma d'altro canto come tante altre società. Dobbiamo avere l'ambizione di diventare i favoriti e cercare di sfruttare le opportunità concesse la domenica dalle rivali".
Avete già organizzato la preparazione estiva e le prime amichevoli estive?
"Mi sono confrontato con il direttore Bravo, riguardo le tappe d'avvicinamento all'inizio del campionato. L'obiettivo deve essere quello di arrivare al meglio ai nastri di partenza del campionato e se si palesassero delle possibilità di fare amichevoli importanti, le valuteremo assieme al direttore, con il quale condivido l'idea che il ritiro debba essere un periodo di lavoro, per mettere sufficiente benzina nelle gambe. Di pari passo col nostro programma di preparazione valuteremo se ci sarà la possibilità di incontrare in amichevole squadre di Serie A o B".
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