giovedì 27 agosto 2020

RUBRICA "BIANCOROSSI DEL PASSATO". 5 DOMANDE A... IVANO ROTOLI

Romano classe 1972, Ivano Rotoli è stato uno dei migliori portieri che hanno calcato i campi regionali. Ha esordito tra i professionisti in Serie B con la maglia del Taranto nella stagione 1992/93, per poi trasferirsi per la prima volta in regione la stagione successiva, dove ha vestito la maglia del Trento. Con gli aquilotti in totale saranno quattro le stagioni in Serie C2 per Ivano Rotoli, intervallate dalle esperienze poco fortunate di Taranto e Latina, e da quella decisamente più fortunata e gratificante vissuta con la casacca dell'Alto Adige addosso. In biancorosso Ivano Rotoli è stato uno dei principali artefici della cavalcata della stagione 1999/2000, che ha portato l'Alto Adige tra i professionisti, vincendo il campionato di Serie D. In 3 stagioni con la maglia dell'Alto Adige sono state 81 complessivamente le presenze in campionato per Rotoli, che ha concluso la carriera proprio da dove è partito, ovvero da quel palcoscenico della Serie B che lo ha proiettato nel calcio dei grandi. La sua ultima parata è stata fatta a La Spezia, città ligure in cui Ivano tutt'ora vive.


Quale è stata la partita più memorabile nelle 3 stagioni che hai fatto a difesa dei pali della porta dell'Alto Adige?

La partita più bella nel campionato di Serie D è stata quella contro il Portogruaro nella seconda stagione nostra in quella categoria, dove vincemmo 3 a 2 facendo gol su calcio di rigore con Alexander Ribul allo scadere del match. Fu una partita molto combattuta e giocammo a Termeno, dato che il Druso di Bolzano era inagibile da un paio di giornate di campionato.

Per i più giovani che non hanno potuto ammirare le tue gesta da portiere. Quale indicheresti come migliore delle tue qualità da portiere?

La mia migliore qualità era la concentrazione. Difficilmente mi deconcentravo in partita, e di errori tecnici ne ho fatti davvero pochi. Sono stato un portiere pragmatico, con un buon senso della posizione, gran coraggio, ottimo istinto e abnegazione al lavoro.

C'è stato un attaccante nella rosa dell'Alto Adige che ti ha impressionato particolarmente?

Joachim De Gasperi  era un attaccante particolarmente forte, ancora giovane ha dimostrato tutto il suo potenziale con la maglia dell'Alto Adige, per poi giocare diverse stagioni in Serie B con la maglia del Cittadella. Altro attaccante molto forte è stato Simone Motta, ma è giusto ricordare nel nostro piccolo anche Alexander Ribul, che magari non faceva parte degli undici titolari, però trovava sempre il  modo di ritagliarsi il suo spazio ed incidere sulla partita. La seconda stagione di Serie D partimmo con la coppia d'attacco composta da Frassica e Del Sordo, poi arrivò Vianello, con il quale vincemmo il campionato. Tutti ottimi attaccanti.

Che ne pensi del nuovo portiere dell'Alto Adige, mentre come era il rapporto tra tifosi e società quando giocavi tu?

Mi sentirei di dire che con Poluzzi l'Alto Adige ha trovato un buon portiere, seppur non conoscendolo proprio bene. Ma la società si è sempre mossa bene in questo senso sul mercato, migliorando anno dopo anno, quindi di certo se lo hanno preso sono andati a colpo sicuro. Per quanto riguarda il rapporto tra tifosi e società posso dire che ai miei tempi si stava già cercando di costruire qualcosa nonostante la giovane età della società (ndr, nata nel 1995). Al primo anno a Bressanone c'era un seguito locale, spostandosi a Bolzano al Druso, la visione societaria da parte dei tifosi è migliorata notevolmente, facendo appassionare il popolo bolzanino a questa neonata realtà. Quella di spostarsi a Bolzano è stata una decisione oculata, e ciò ha agevolato la visibilità di questa società anche nel panorama nazionale. I tifosi hanno sempre risposto presente, arrivando ad avere anche un seguito importante, seppur il calore non fosse paragonabile a quello di piazze storiche e di maggiore importanza. A tal proposito ricordo con estremo piacere il Presidente Leopold Goller, persona particolarmente onesta e sincera, che ha fatto di tutto per far crescere la società, specialmente in questo senso.

Adesso di che cosa ti stai occupando? Hai mai pensato di fare l'allenatore dopo esserti ritirato? 

Adesso sto svolgendo un'attività alle Cinque Terre, nei pressi del luogo in cui vivo ovvero La Spezia. Mi sono fermato in Liguria e pertanto oggi lavoro in questa terra. Appesi i guanti al chiodo, la mia esperienza col calcio non si è definitivamente conclusa, in quanto ho fatto l'allenatore nel campionato di Eccellenza col Focevara, una delle società di calcio della zona in cui oggi risiedo. E' stata un'esperienza che per diversi motivi non mi è piaciuta particolarmente e così ho deciso di non proseguire. Comunque nel tempo libero continuo a divertirmi giocando a calcio con gli amici per le associazioni della UISP, dove ci alterniamo con i campionati di calcio a 5 e a 7. 

Faccio infine un grosso in bocca al lupo alla società per il suo proseguimento. E gli auguro di fare quello che è impensabile in questo momento.

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