giovedì 6 agosto 2020

RUBRICA "BIANCOROSSI DEL PASSATO". 5 DOMANDE A... LUCA LOMI

E Lomi sarà il fido scudiero - Sport - Alto Adige
Luca Lomi milanese classe '71 ha scritto pagine importanti del club altoatesino. Ha vestito la maglia dell'Alto Adige in tre diverse fasi: la prima durata quattro stagioni (dalla 1999/00 a quella 2002/03), intervallata dalla breve esperienza in Serie B con la maglia del Hellas Verona e il successivo ritorno in biancorosso per due stagioni fino al termine di quella 2005/06. Dopo alcune stagioni vissute tra Lecco, Pergocrema e Voghera, il talentuoso regista ha deciso di porre fine alla sua carriera al termine della stagione 2008/09, proprio a Bolzano, città in cui tuttora vive assieme alla sua famiglia. Lomi è un autorevole membro del "club 100 biancorosso", grazie alle 169 presenze in maglia Alto Adige. Dopo aver illuminato con lampi di classe i campi del nord Italia e non solo, l'amatissimo ex regista biancorosso facilmente riconoscibile per i capelli rasta, oggi allena il Maia Alta nel campionato di Eccellenza. 

Qual'è stato il momento più bello che hai vissuto con l'Alto Adige?
Il momento più bello è stato per assurdo l’anno dove abbiamo perso la finale play-off a Novara (ndr, campionato di Serie C2 stagione 2002/03) con mister Attilio Tesser, perché è stato un anno secondo me straordinario. In quella stagione lì avevamo il miglior gruppo mai visto in sei anni e mezzo a Bolzano.


Che ricordi hai della vittoria del campionato di Serie D della stagione 1999/00 a 20 anni da quella ricorrenza?
Ho sicuramente dei bellissimi ricordi di quel campionato. Quando si vince è sempre un momento da ricordare, ma forse la cosa che mi è particolarmente rimasta a cuore di quella stagione, è il fatto che abbiamo vinto non essendo tra i favoriti. Inoltre rimasi colpito, nel vedere i miei compagni di squadra fare dei sacrifici incredibili, per me che venivo da un mondo completamente diverso; alcuni di loro si dovevano svegliare magari alle 5 del mattino per andare a lavorare, in modo che il pomeriggio potessero venire a fare allenamento. Una cosa per me totalmente nuova, che ha reso a mio avviso ancor più incredibile quella vittoria.

Qual'è il compagno di squadra con cui hai legato di più?
Ho legato con tantissimi giocatori nel corso della mia esperienza all'Alto Adige, ma se devo fare un nome, direi Morris Molinari. Con lui sin dal primo giorno di ritiro a Prato allo Stelvio ho creato un feeling particolare, e tuttora siamo in contatto e quando riusciamo ci vediamo.

Qual'è stata la delusione più grande da giocatore del Fc Alto Adige?
La delusione più grande è stata nel 2006, quando non potevo più continuare il mio rapporto con questa società perché forse per qualcuno ero diventato troppo vecchio. Fui quindi costretto a cambiare aria, vincendo poi due campionati consecutivi a Lecco prima e al Pergocrema in seguito, sempre con mister Sannino in panchina.

Stai ancora seguendo l'Alto Adige? Che differenze trovi tra il tuo Alto Adige e quello di oggi?
Sto seguendo la società seppur a distanza, visto che allenando il Maia Alta, mi risulta difficile essere presente fisicamente alle partite. Mi informo spesso dell'andamento della squadra, in particolare tramite il direttore sportivo Paolo Bravo, mio ex compagno di squadra per tre anni al Como ad inizio carriera, che sta svolgendo un ottimo lavoro qui a Bolzano. La società è cambiata tanto, nel senso che prima era molto a conduzione familiare e si guardava più al lato umano delle persone, mentre ora, come è giusto che sia, è tutto molto professionale, dati anche i crescenti interessi che ruotano attorno alla società. L'Alto Adige è una società che sta facendo un lavoro molto importante per tutto il movimento calcio della regione.

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