mercoledì 8 luglio 2020

CALA IL SIPARIO SULLA STAGIONE: CRITICHE INGIUSTE ALLA SOCIETA' E ALLA SQUADRA, PESANO I TROPPI INFORTUNI

Domenica è prematuramente (e inaspettatamente) calato il sipario sulla stagione 2019/20 dell'Alto Adige. Realisticamente, alla viglia dei playoff, la formazione biancorossa sulla carta non godeva delle credenziali per battersi alla pari con corazzate, come Bari e Reggiana, partite con i favori del pronostico. Vero è che con due risultati su tre a disposizione, società, tifosi e addetti ai lavori certamente si aspettavano tutt'altro epilogo dal match di Bressanone contro la Triestina.

Va innanzitutto considerata la situazione in cui ci troviamo: in assenza di pubblico il fattore campo viene di molto limitato, ma nel caso dell'Alto Adige viene praticamente azzerato del tutto, dato che il teatro della sfida non è stato il fortino del Druso, bensì lo stadio di Bressanone che ha comportato per la truppa di Vecchi una rivisitazione delle abitudini, ma soprattutto non è raffrontabile in termini di misure con la struttura bolzanina.

Nessuna descrizione disponibile.Non sono mancate le critiche dopo la sconfitta: ci verrebbe da dire, come ormai da abitudine da cinque/sei anni a questa parte, di ogni finale di stagione in casa biancorossa. Alcuni appassionati e tifosi hanno mosso critiche nei confronti della società, ritenendo apertamente che la società non abbia fatto di tutto per giocarsi le sue carte in ottica promozione in Serie B: chi per motivi economici e chi per le ormai consuete questioni legate allo stadio. Tutte chiacchiere che lasciano il tempo che trovano, in quanto la società da quasi due mesi a questa parte ha investito decine e decine migliaia di euro per sanificare l'intero centro d'allenamento ed effettuare test sierologici/tamponi ciclici, rispettivamente ogni 14 e 4 giorni ad ogni giocatore e membro dello staff tecnico. Spese che la società ha deciso volutamente di sostenere, per potersi giocare le proprie carte nella bagarre playoff, e che se veramente non intenzionata a salire di categoria, indubbiamente avrebbe evitato volentieri di pagare. A queste spese vanno aggiunte quelle relative alla sanificazione e la messa a norma dell'impianto di Bressanone. Anche la questione stadio non regge, dato che Baumgartner e soci hanno deciso di disputare i playoff a Bressanone, proprio per avere a settembre lo stadio Druso a norma per qualsiasi categoria, sia per l'attuale Serie C che per quella cadetta.

Chiaro che con due risultati su tre a disposizione, il passaggio del turno dell'Alto Adige fosse ampiamente alla portata di capitan Fink e compagni. Ma allora quali possono essere state le cause dell'uscita prematura dai playoff? Analizziamo le scelte di Vecchi. Il mister ha schierato la squadra al primo minuto con un prudente 4-4-1-1, col solo Romero (autore tra l'altro di un'ottima partita) in avanti a fare reparto da solo; dietro di lui capitan Fink all'esordio stagionale dal primo minuto. Si tratta di una scelta quasi obbligata, date le indisponibilità di Turchetta, Petrella e Fischnaller, alle quali vanno aggiunti gli acciaccati Casiraghi e Mazzocchi, si relegati in panchina, ma di fatto a mezzo servizio e presenti solo per necessità di organico, vista l'alta posta in palio dell'incontro. La squadra ha fatto la partita che doveva fare: difendersi e ripartire, specie per le condizioni dell'infermeria, senza di fatto ben cinque attaccanti su sette, tutti questi papabili titolari. Ciononostante nell'arco dei 90 minuti, più volte la squadra si è presentata minacciosa davanti alla porta difesa da Offredi, con l'ex estremo difensore biancorosso autore di almeno due interventi prodigiosi "salvarisultato". Pesano le numerose palle gol sprecate, specie quella di Rover al 75°, a tu per tu con Offredi e con Mazzocchi solo in mezzo all'area. Nelle sfide ad eliminazione diretta non sono concessi errori. Alla luce di queste considerazioni, in casa biancorossa ci sarà da riflettere sulla preparazione atletica, che certamente non è esente da colpe, e che inevitabilmente porterà a delle conclusioni..

La realtà è che con il solo Romero a sportellare in avanti e senza il 70% del reparto d'attacco era difficile fare meglio contro una compagine, come quella alabardata, esperta e ambiziosa, indicata dagli addetti ai lavori ad inizio stagione, come la favorita assieme al Vicenza per la promozione in Serie B. La Triestina dispone di un budget tre volte superiore a quello dell'Alto Adige ed in rosa annovera giocatori del calibro di Francesco Lodi, regista di centrocampo con all'attivo oltre 80 reti in poco meno di 400 presenze tra Serie A e B, del "Diablo" Granoche con quasi 100 gol in B e del match-winner Davide Brivio terzino con 120 presenze in Serie A con le casacche di Fiorentina, Genoa, Lecce, Atalanta e Verona. Questi sono solamente alcuni esempi. Giocatori di questa esperienza non esistono nella rosa biancorossa e se non ti presenti con l'organico in buono stato di forma e al completo, risulta certamente difficile contrastare simili corazzate.

Negli ultimi anni la società sta intraprendendo un percorso di crescita. Questo è il terzo playoff consecutivo, non poco: una semifinale e due secondi turni all'attivo. In rosa c'è un crescente numero di giocatori di proprietà con contratti pluriennali. A partire dall'inizio della prossima stagione ci sarà uno stadio nuovo, che farà accrescere l'interesse attorno alla società e comporterà un maggiore afflusso di introiti. In rosa sono presenti tantissimi giocatori di proprietà con contratti pluriennali, ma il budget è attualmente al sesto/settimo posto del girone, come affermato dal direttore sportivo Paolo Bravo ad inizio stagione. Si riparte da una rosa forte, che già ora se al completo può creare parecchi grattacapi alle avversarie, ma che sarà ancora più forte nel prossimo futuro. Non va dimenticato che solamente tre anni fa, l'Alto Adige si giocava la salvezza al Tardini di Parma, mentre ora si trova costantemente ai vertici del campionato. Non possiamo esimerci dal dire, che determinati articoli o titoli a favore di una Serie B alla portata della società, possano aver condizionato negativamente l'opinione della gente sulla stagione appena conclusa dalla squadra.

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Stagione che è cominciata male, con la perdita dello storico tifoso biancorosso Lukas Hinrichs, parte integrante della tifoseria biancorossa, cuore pulsante della Tribuna Canazza, proseguita negativamente con la scomparsa della madre del direttore sportivo Paolo Bravo e di un altro fan di lunga data come Franco Anghinoni, e che si è conclusa ancora peggio con l'arrivo del virus Covid-19 e con la prematura eliminazione dai playoff dell'Alto Adige.


Ci vuole fiducia. E' solo questione di tempo. Quella altoatesina è una società che cresce gradualmente anno dopo anno, ma senza mai fare il passo più lungo della gamba. Ora i playoff e il centro sportivo, domani sarà il turno dello stadio e dopodomani chissà che possa arrivare la tanto desiderata promozione in Serie B.


Nella speranza di tornare a vivere il clima dello stadio, auguriamo una buona estate a tutto il popolo biancorosso.



La redazione di Biancorossibznews ⚪🔴

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