Sono giorni di fermento per il campionato di Serie C, in vista del conclusivo Consiglio federale, che dovrebbe decretare la ripartenza definitiva o meno del campionato della terza serie nazionale. Nei giorni scorsi abbiamo interpellato l'amministratore delegato dell'Alto Adige Dietmar Pfeifer, il quale ha espresso la propria opinione sui temi caldi, che riguarderanno il futuro del campionato di Serie C.
Serie A e B hanno già deciso le date per la ripartenza. Quale è invece la situazione per la Serie C?
Premesso che ormai è noto che Serie A e B ripartiranno il week-end del 20 giugno, per la Serie C ci sono ancora parecchi punti interrogativi sulla relativa ripartenza, che non riguardano solo la data, ma anche le modalità; tutte decisioni che ci vedono poi predisporre la parte organizzativa. E' da stabilire con chiarezza se si ripartirà con la sola disputa dei play-off/out o se dell'intero campionato (ndr, come richiesto dal Presidente di Lega Gravina). Spero che ci vengano date delle risposte definitive a questi quesiti quanto prima, le società di Serie C ora attendono delle certezze.
E' stato stabilito che nel caso in cui ci fosse un tesserato positivo, tutta la squadra verrebbe messa in quarantena. Il che sembrerebbe inapplicabile per molte società di C, se non mettendo a disposizione un importo importante per poter riprendere in sicurezza. Pensa che riescano le società a ripartire con un protocollo così stringente?
Sarà estremamente difficile seguire un protocollo così stringente, non solo a livello economico, ma anche a livello organizzativo. Faranno fatica addirittura le società di Serie A, che ogni anno incassano un miliardo e duecento milioni di diritti tv, figuriamoci quelle di C. In ogni caso l'Alto Adige si preparerà al meglio per rispondere a tutti i punti del protocollo, sperando che per le società di Serie C venga rivisto in modo da renderlo meno restrittivo.
Lei vede i play-off in Serie C come unica soluzione praticabile?
Non credo che i tempi permettano la disputa di tutte le partite di campionato mancanti e la post-season, visto che tutto dovrebbe concludersi entro la seconda decade di agosto. E’ più plausibile pensare ad una soluzione che si limiti a far disputare i soli play-off e play-out.
In caso di blocco del campionato di Serie C, crede che sia plausibile l'ipotesi avanzata negli ultimi giorni di una B su due gironi con 40 squadre?
Ci sono diversi punti da tenere in considerazione e di conseguenza è necessario fare approfondite valutazioni in caso di riforma. Sotto molti aspetti una Serie B a 40 squadre potrebbe anche essere affascinante. Serie A e B, in questa ipotesi, costituirebbero le categorie professionistiche, poi la Serie C con 2-3 gironi diventerebbe semiprofessionistica ed infine ci saranno tutti i campionati dilettanti, dalla D in giù.
Una considerazione finale sulla situazione del calcio professionistico.
A prescindere dalla riforma, mi auguro che i vertici del calcio italiano tengano finalmente conto che chi va in fallimento e cancella milioni di debiti in poche ore, non può ripartire dalla Serie D, bensì dovrebbe ripartire dalla Terza categoria, altrimenti continuiamo ad assistere a realtà che spendono soldi che non hanno per trascinarsi al fallimento, perdendo una sola categoria. Una situazione che ritengo falsifichi gli esiti dei campionati.
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