mercoledì 15 aprile 2020

FISCHNALLER A TUTTOC: "SPERO DI PORTARE L'ALTO ADIGE IN SERIE B IL PIU' PRESTO POSSIBILE. RIPRESA DEL CAMPIONATO? GIOCHEREI ANCHE IN ESTATE"

Contratto fino al 30 giugno 2023 per Fischnaller
Nella giornata di ieri l'attaccante biancorosso Manuel Fischnaller è stato ospite del canale social TuttoC, dove si è reso protagonista di una videochiamata in diretta Instagram, durante la quale ha risposto a domande e curiosità di ogni tipo, anche da parte di appassionati di tutta Italia e dei suoi tifosi. Fischnaller ha lasciato ottimi ricordi a Catanzaro, prima di tornare a vestire la maglia dell'Alto Adige nel gennaio scorso. Di seguito riportiamo uno stralcio dell'intervista:

Come stai vivendo la quarantena?
Ormai sono a casa da oltre un mese. Il nostro preparatore atletico ci manda il programma settimanale da svolgere. Quindi tra lavoro di forza ed allenamenti cardio, ci stiamo tenendo allenati. Evidentemente è un allenamento diverso dal solito, ma stiamo facendo di tutto per tenerci in forma e farci trovare pronti.

Siete posizionati bene in classifica, voi preferireste riprendere a giocare?
Sinceramente non ho idea, non spetta a me decidere. Importante è mettere al primo posto la salute e risolvere la situazione attuale. Sarei disponibile a giocare anche in estate, non sarebbe un problema.

Tra l'altro devi tornare a segnare, visto che da quando sei tornato all'Alto Adige non hai ancora fatto gol..
Vero quest'anno in sei partite non sono ancora riuscito a segnare in maglia biancorossa. Il gol arriverà, anche perché ormai sono quasi cinque anni che non segno con l'Alto Adige, considerando in mezzo gli anni trascorsi distante da Bolzano.

Ci si aspettava un colpo importante in attacco da parte del direttore Bravo, ma nessuno avrebbe mai immaginato un tuo ritorno a Bolzano. Ci puoi spiegare come è avvenuto il tutto?
E' un'idea venuta dal cuore quella di poter far ritorno all'Alto Adige. In questo momento della carriera sentivo di aver bisogno di ritornare a giocare in maglia biancorossa, nonostante mi trovassi bene al Catanzaro.

In società chi ha influito maggiormente sul tuo ritorno durante il mercato invernale a Bolzano?
In attacco Manuel Fischnaller | SportiamociDiciamo che è stato un mix di più componenti, anche perché in questi anni sono rimasto in ottimi rapporti con la società, dove tra l'altro ci lavora anche mio fratello Hannes, che ricopre il ruolo di responsabile marketing. La chiacchierata è nata casualmente, poi ho capito che era reale la possibilità di ritornare a casa. Il direttore generale e gli sponsor hanno spinto per riportarmi a Bolzano, decisione supportata da mister e direttore sportivo, che mi hanno voluto riportare a tutti i costi all'Alto Adige.

La tua famiglia come ha reagito al ritorno a casa?
La mia famiglia è contentissima che io abbia fatto ritorno a Bolzano. Mio fratello non ha influito nella trattativa forzando il mio ritorno a Bolzano, ma si è voluto solamente mantenere informato sulla mia situazione. Ora io, come lui, siamo contenti che posso indossare nuovamente la casacca biancorossa.

Come ti sei avvicinato al calcio?
Io da giovane facevo atletica leggera e in inverno praticavo sci, seppur non a livello agonistico. Spinto anche da mia madre, allenatrice di atletica leggera, facevo gli 80 metri ostacoli, dove sono anche diventato campione regionale. Per alcuni anni ho praticato contemporaneamente calcio ed atletica leggera. Ad un certo punto ho dovuto scegliere e ho deciso di giocare a calcio, perché preferivo praticare uno sport di squadra e vivere l'atmosfera dello spogliatoio. Da questa scelta è iniziato il mio percorso nel settore giovanile dell'Alto Adige. 

Quando è cominciata la tua avventura nel settore giovanile dell'Alto Adige?
Ho iniziato a giocare a calcio nel Neugries all'età di 6/7 anni, dopo aver visto alcune partite di mio fratello. Sono entrato a far parte del settore giovanile dell'Alto Adige a 13/14 anni, partendo dalla categoria Giovanissimi fino all'esordio in prima squadra con mister D'Angelo.

In mezzo c'è stata anche l'esperienza alla Juventus...
Fischnaller, rimane sempre e comunque un lusso per la Serie C | Blog
Si dopo un anno e mezzo in prima squadra è arrivata la chiamata della Juventus, alla quale non potevo rinunciare, con cui ho fatto sei mesi di Primavera, vincendo il Torneo di Viareggio. Nel reparto avanzato giocavo in tandem con Immobile, che fu capocannoniere di quel torneo. Già li Immobile evidenziava qualità incredibili e sotto porta dimostrava di essere un bomber implacabile. Quella formazione era composta da diversi giocatori di valore, tra i quali Pinsoglio (ndr oggi terzo portiere della Juventus), Iago Falque, Filippo Boniperti, Fausto Rossi, Luca Marrone e Giuseppe Giovinco oggi al Ravenna. Alla Juventus sono arrivato in prestito con diritto di riscatto, ma quell'anno li sono cambiati i vertici societari (ndr Andrea Agnelli si insediò come Presidente) e allora feci ritorno all'Alto Adige, che nel mentre vinse il campionato di C1. E' stata una esperienza indimenticabile, anche perché è stata la prima lontana da casa, dove ho avuto modo di vivere in convitto assieme ad altri ragazzi del settore giovanile bianconero.

Diversi anni più tardi con l'Alessandria sei anche arrivato a giocare a San Siro contro il Milan in una semifinale di Coppa Italia. Raccontaci quell'esperienza.
Reggina, ennesimo colpo: arriva Manuel Fischnaller, giovane ...E' stata una serata speciale. Diciamo che il percorso è stato particolare, ma abbiamo vinto a Palermo prima, e a Marassi contro il Genova poi, in uno stadio devastante. Poi abbiamo sconfitto ai quarti Lo Spezia, che aveva clamorosamente eliminato la Roma agli ottavi. E' stata una emozione incredibile, in una partita da noi ben giocata. Nella gara d'andata a fine partita scambiai la maglia con De Sciglio, mio compagno di squadra con la nazionale italiana under 20, mentre al ritorno con Bonaventura.

Quale è stato il difensore più difficile da affrontare?
Sicuramente la stagione 2012/13 con l'Alto Adige, dove dovetti affrontare ogni allenamento Simone Iacoponi. In assoluto il difensore più rognoso mai affrontato. All'epoca giocava con noi a Bolzano come terzino destro, mentre io facevo l'esterno sinistro. Un avversario durissimo, che non a caso ha fatto tanta strada arrivando ad essere titolare inamovibile in Serie A col Parma.

Il rapporto con i tuoi mister passati?
Nutro sempre grande rispetto per tutti i mister che ho avuto. In particolare, devo tanto a mister Stroppa, che mi ha insegnato tanto. Mister Stroppa mi vedeva come attaccante e con lui ho messo a segno 13 gol, grazie anche ai suoi insegnamenti su come muovermi da prima punta. Ora posso dire di essere un attaccante grazie a lui. Ti trasmetteva le sue conoscenze, frutto di anni di calcio giocato ad alti livelli.

Il gol più bello in maglia biancorossa? 
Sicuramente quello contro il Teramo in Coppa Italia nel mio ultimo anno in biancorosso (ndr stagione 2012/13), prima di rientrare lo scorso gennaio a casa. Scartai tutta la difesa avversaria, partendo dalla nostra metà campo e una volta arrivato a tu per tu col portiere avversario, insaccai la palla in rete facendo col mancino un bel pallonetto.

Una menzione per capitan Fink, un pezzo di storia dell'Alto Adige.
Si il capitano sono quindici anni che è all'Alto Adige, quindi è una figura importante per tutti gli altoatesini ed è un esempio per i giovani del posto che mirano un giorno a diventare calciatori professionisti. E' un ragazzo d'oro, sempre positivo, che cerca di dare sempre una mano alla squadra. La passata stagione è stato sfortunato ha subito un grave infortunio, che lo ha tenuto lontano per nove mesi dal terreno di gioco, e nonostante questo è rimasto vicino alla squadra. E' un mio grande amico e sono contento di poter giocare nuovamente con lui. 

Quando riuscirai a portare l'Alto Adige in Serie B?
Spero il più presto possibile. C'è la voglia di salire in Serie B, ma c'è ancora un grande lavoro da fare. La società lavora benissimo, me ne sono accorto in questi anni vissuti lontani da Bolzano. La società è solida e molto seria. Ogni anno ha cercato di ridurre il gap dalle squadre davanti, migliorando passo dopo passo. Abbiamo un centro sportivo che in C è unico, inoltre c'è il progetto dello stadio e qua le cose vengono fatte in modo giusto. Siamo una buona squadra che compete ai vertici, ma che non ha l'obbligo di salire di categoria ad ogni costo, per cui la pressione è evidentemente inferiore a quella di altre piazze.

In passato ci sono state critiche sul fatto che si punta poco sui giocatori locali. Però riprendendoti si testimonia che c'è voglia di puntare anche sugli altoatesini.
Si vero, devo ringraziare la società che mi ha permesso di ritornare. Io sono tornato, perché ho visto in questa società l'ambizione di lottare per salire in Serie B, e ciò rispecchia anche il desiderio della squadra. Non è un caso ora che molti giocatori vogliono venire a giocare qui all'Alto Adige, perché vedono che la società fa le cose giuste con ambizioni altissime. 

A Bolzano c'è concorrenza da parte di tanti altri sport. Contate di avvicinare sempre più persone alla vostra realtà, che ad oggi è vista ancora con freddezza? 
Non voglio chiamarla freddezza. La nostra è una società molto giovane con poca storia, quindi è normale che deve nascere ancora tutto quanto. Se la società continua a lavorare così, son convinto che la situazione migliorerà nei prossimi anni in termini di spettatori. 

L'addio a gennaio dal Catanzaro ti è spiaciuto?
Si mi è spiaciuto lasciare dei tifosi che mi volevano bene. A Catanzaro ho giocato sempre, per cui non sono andato via perché giocavo poco o non mi trovavo bene, ma è stata una scelta personale di vita. Ho cercato di salutare tutti nel miglior modo possibile. 


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