È da almeno quattro anni che Daniele Cariraghi gioca nell’attacco del FC Alto Adige, ma è da pochi mesi che ci si è accorti più seriamente di lui. Ci sono voluti gli scorsi playoff, a cui la sua squadra arrivava a fari spenti, da underdog. Nel turno preliminare contro la Reggina, in quel momento data per favorita, Casiraghi ha segnato il gol vittoria a un minuto dal novantesimo. Un tiro dal limite dell’area deviato in rete. Dodici mesi prima aveva segnato, alla Triestina, il gol della storica promozione del club altoatesino. La sua è una storia di perdita e ritrovamento, e poi di crescita graduale, anno dopo anno, dopo aver trovato il contesto tattico e calcistico ideale.
Il suo settembre si è aperto con una prestazione da migliore in campo in casa contro l’Ascoli. L’Alto Adige stava perdendo, prima del suo assist per Merkaj, un cross di sinistro forte e basso su cui brilla soprattutto il tempo del suo passaggio, da rifinitore puro. Ha poi concluso la pratica con una doppietta. Un cross diventato un gol, e poi un calcio di rigore. Al Cosenza ha segnato su assist di Ciervo, a coronamento di una transizione classica del 4-3-3 di Pierpaolo Bisoli.
Partendo da sinistra, portando palla con l’esterno destro, Casiraghi è una minaccia costante per le difese della Serie B. Ha il baricentro basso, grande frequenza di passo e col tempo ha affinato una grande intelligenza nelle scelte: quando portare palla e quando scaricarla, quando cercare il passaggio e quando la conclusione. Quella che ha mantenuto nel tempo è la capacità di essere decisivo nelle partite più importanti.
Casiraghi è una certezza e, superati i trent’anni, è nel momento migliore della sua carriera, ed è difficile immaginare che il suo rendimento viva troppi sali e scendi durante l’anno, nella speranza che i risultati di squadra si allineino col tempo alle sue grandi prestazioni.
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