Nei giorni scorsi, nel calderone dei più bersagliati è finito dentro il direttore sportivo Paolo Bravo, reo di aver sbagliato le scelte sugli allenatori e alcune altre relative ad acquisti della campagna estiva di mercato. Operato, che è stato oggetto di valutazioni tra le mura di Maso Ronco, che hanno portato a confermare l'incarico del direttore sportivo bresciano, protagonista della cavalcata dalla Serie C alla B, e reduce dai primi due campionati cadetti, conclusi nella parte sinistra della classifica. La scelta di affidare ora la panchina a Castori è frutto di una serie di incastri, che probabilmente oltre un mese fa quando fu scelto Zaffaroni, non erano ben allineati. Evidentemente la società stessa ha deciso di dedicare un budget sostanzioso alla scelta del nuovo tecnico, che porta con sé altri quattro membri dello staff. Certamente una scelta molto meno economica, rispetto a quelle dei due predecessori Valente e Zaffaroni. Bravo non si è tirato indietro, facendosi (giustamente) carico delle critiche subite. Di seguito un estratto di alcune sue dichiarazioni, rilasciate nei giorni scorsi durante la conferenza stampa di presentazione di mister Castori:
"Ci stanno le critiche, anche le più feroci" - afferma il direttore sportivo biancorosso - "però bisogna fare un'analisi di chi sei e da dove parti. Questa è la centesima volta che lo ripeto, nonostante due campionati conclusi ben al di sopra delle aspettative con un sesto e un decimo posto in campionato. Dove si posiziona l'Alto Adige? Bisogna essere consapevoli di ciò che siamo; da li e da quelli che sono i nostri obiettivi bisogna partire. Spesso la gente tende a dimenticarsi ciò".
E prosegue: "Ultimamente ci siamo trovati troppo spesso a indire una conferenza stampa, per cose non positive . Ribadisco, come detto in passato, sono io il primo responsabile di ciò nel bene e nel male. Ho deciso, dopo un mese di collaborazione tecnica con Marco Zaffaroni, di interrompere il rapporto ed affidare la guida tecnica a Castori. Non ho trovato l'incastro giusto quel pizzico di fortuna, che alcune volte è necessario, e nel caso specifico è venuto a meno. In tante scelte, bisogna avere l'intuito giusto di scegliere bravi allenatori per quel dato momento e contesto. Mi faccio autocritica, però per la nostra dimensione risulta più facile sbagliare. Cerco e continuerò a cercare di fare in modo di sbagliare il meno possibile".
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